Uzbekistan

Registan Square. Samarcanda, Uzbekistan

Registan Square. Il cuore pulsante di Samarcanda.Uzbekistan

Registan Square
Registan Square

Centro antico della città, Registon square ( “il luogo sabbioso”) è il luogo degli scambi commerciali ben prima della invasione mongola. A partire dal XIV secolo, essa rappresenta il centro officiale di Samarcanda, da cui si irradiano sei strade principali sulla cui congiunzione è posta una grande cupola fatta costruire da Tuman-aka, moglie di Tamerlano.

Sotto gli Ulugbek, (1409-1449), la piazza non è più sede del Bazar, ma luogo di cerimonie ufficiali e centro politico, culturale della città. Lungo il perimetro, si costruiscono quindi edifici simbolo di potere: la grande Madras sul lato occidentale (1417-1420), la Caravanserraglio (un riparo per i caravan) sul lato a Nord e l’alta Sufi Kharnaka (monastero per i dervisci) su quello orientale.

Nel XVII secolo, sotto Yalangtush Bahadur, la Piazza viene di nuovo trasformata: l’Ulugbek Madras subisce serie trasformazioni, viene costruita la Madras Sher-Dor (1619-1636), al posto del Caravanserraglio è eretta la Tillya-Kari Madras (1646-1660). La piazza presenta ora le tre Madras che il viaggiatore di oggi può ammirare nella loro maestosità appena giunge sul luogo.

Ulugbek Madras

Lato a Nord di Ulugbek Madras
Lato a Nord di Ulugbek Madras

La maggiore istituzione religiosa di Samarcanda del XV secolo, la Madras è l’unica Università di questo periodo. Originariamente, l’edificio si articola in più di 50 celle, dove gli studenti dimorano e studiano Teologia, Matematica, Astronomia, Filosofia. I più eminenti studiosi e scienziati dell’epoca dell’Asia centrale insegnano qui: Kazi-Zadeh Rumi, Ghiyasaddin Jemshid, Ali Kunshchi… Abdurakhman Djami, un importante poeta, filosofo e scienziato tagiko compie i propri studi in questa Madras. Anche il regnante Ulugbek da alcune lezioni di Matematica, come altri nobili della corte.

Ulugbek Madras, interno.
Ulugbek Madras, interno.

Il progetto di costruzione originale porta il nome di Kavamaddin Sherazi, padre dello stesso Ulugbek. Le dimensioni della Madras sono di 81 x 51 m., con un cortile interno di 30 x 30 m., dimensioni comparabili con le strutture architettoniche di Tamerlano. Sulla facciata principale, dal portale partono le mura che terminano in alti minareti. Le decorazioni a forma di spirale accentua la simmetria delle forme e spinge l’occhio dell’osservatore verso l’alto.

Sotto la cupola all’interno partono le fila a due ordini di celle dove venivano tenute le lezioni. Sulle facciate di marmo sono intagliati magnifici mosaici e maioliche con motivi geometrici, floreali ed epigrafici. Il pannello sull’arco dell’entrata si distingue per la sua rappresentazione della volta stellata.

Nel XX secolo, la Madras viene restaurata piĂą volte; i lavori maggiori si svolgono tra tutto il 1930 e il 1990.

Leggende sulla Ulugbek Madras

Quando la costruzione della Madras era al termine, Ulugbek cercava il futuro Rettore dell’Università, una figura competente in tutte le scienze. Le sue parole furono udite da Maulana Mohammed Havafi, seduto con abiti sporchi su una pila di roccia. Ulugbek iniziò a fargli delle domande a cui, con sorpresa, Havafi rispondeva in modo esauriente. Soddisfatto del colloquio, Ulugbek ordinò che Havafi fosse condotto nella Sala dei bagni, lavato e vestito in modo appropriato. All’apertura, la prima lezione dell’ex-vagabondo era così complicata che nessuno dei 90 scienziati capì il materiale trattato, a parte, ovviamente, Ulugbek e il suo maestro Kazi-Zadeh Rumi.

Sher-Dor Madras

Sher-Dor Madras, dall'alto
Sher-Dor Madras, dall’alto

Il Khan di Bokharan,Yalangtush Bahadur, fa costruire dal 1619 al posto della decadente Ulugbek khanaka una nuova Madras; le dimensioni della facciata riprendono in misura simile quelle della Ulugbek Madras, per forma e altezza. Il gigantesco portale a ogiva e gli alti minareti ai lati sono simmetrici rispetto alla più antica Madras, tuttavia le fondamenta della Sher-Dor sono più alte di 1,5 m. L’edificio è di 70 x 56 metri, con un cortile interno di 30 x 38 metri.

All’interno, un doppio ordine di celle (hujras) dove alloggiavano gli studenti e di sei classi (ayvans e darskhanas) percorre le mura della costruzione. I minareti sono posti sulla facciata anteriore, mentre sugli angoli di quella opposta sorgono due massicce torri. Peculiari le decorazioni sopra l’arcata di ingresso, dove è presente il simbolo araldico del khanato: due tigri rincorrono un cucciolo di cervo. Sul dorso delle fiere sono disegnati due soli nascenti antropomorfi. Questo emblema dĂ  il nome alla Madras: Sher-Dor significa “Avente le tigri”.

Sher-Dor Madras, interno
Sher-Dor Madras, interno

La superficie esterna è ampiamente decorata con mattoni smaltati, intricati mosaici e motivi dorati. Le mura interne del cortile presentano motivi floreali e gemme dorate, che formano un complicato motivo ornamentale. Le figure fito-morfe, insieme con i vasi floreali, raffigurano l’albero della vita, un simbolo presente nella tradizione decorativa islamica.

 
Tillya-Kari Madras
Tillya-Kari Madras, esterno
Tillya-Kari Madras, esterno

Nel 1646, dieci anni dopo il completamento della Sher-Dor, il Khan Bahadur ordina la costruzione di un nuovo edificio, una combinazione tra Madras e Juma-Moschea. La nuova costruzione sorge sul lato Nord della piazza, tra le strutture già esistenti; l’architetto designato cerca dunque un equilibrio architettonico con le altre due Madras. Tillya-Kari presenta una lunghezza maggiore col fine di creare una visuale di spazio più raccolto; nella ricerca di essere un degno sfondo alla piazza più importante di Samarcanda.

Tillya-Kari Madras, interno
Tillya-Kari Madras, interno

All’interno, le celle sono poste su un piano e circondano le quattro classi della Madras. Nella parte occidentale è situata sotto una cupola la Moschea con gallerie adiacenti. La bellezza dell’edificio si trova nelle decorazioni dorate in stile kundal. Nel luogo di culto, il mihrab ( la nicchia che mostra la direzione alla Mecca) e il minbar (la tribuna dell’imam) sono ricche di figure dorate e leggere muqarnas. La stanza centrale presenta decorazioni e muqarnas concentriche che sollevano lo spazio per stupire lo spettatore con la loro raffinatezza e ricchezza. Proprio queste sontuose decorazioni danno il nome alla Madras, Tillya-Kari, che significa “ricoperta d’oro”.

Le restanti facciate del monumento sono ricoperte da mattoni smaltati, maioliche con motivi geometrici e fito-formi. L’enorme porta di legno della facciata  decorata con elementi epigrafici e floreali.

Consigli per la visita
Ulugbek Madras, interno dal minareto
Ulugbek Madras, interno dal minareto

Mi sono recata a Samarcanda a inizio giugno; in quel periodo Registan Square è visitabile al pubblico solo dalle ore 11.00 alle 15.00 del pomeriggio; quando il sole batte e l’afa toglie l’energia. Chiedendo consiglio a una delle guardie, mi è stato proposto di visitare l’interno delle Madras alle 5.00 della mattina. Non sono mattiniera, ma l’idea di visitare la piazza nelle ore più calde di certo non mi attirava.

Così, puntuale, sono arrivata alle 5.00 esatte alle sbarre dove i soldati mi hanno fatto entrare e devo dire che mi sono goduta ampiamente la piazza in piena solitudine, assaporando ogni possibile panorama e cercando di vivere appieno l’atmosfera antica del posto. I soldati, con una piccola mancia di circa due euro, mi hanno lasciata salire sul minareto dell’Ulugbek Madras, chiuso al pubblico. I tortuosi gradini mi hanno condotto in cima al monumento, da cui l’appena sveglia Samarcanda mi ha salutato in tinta rosea tra la brezza fresca. Dal minareto ho anche potuto accedere alle celle del secondo piano, apprezzando un punto di vista insolito.

Oltre alla visita della Piazza, l’alzata di buon’ora mi ha permesso di vivere la città alle prime luci dell’alba, quando già gli uzbeki, popolo lavoratore, erano alle prese con le prime faccende; come la pulizia delle strade o la preparazione del mercato poco distante. La sola cosa che mi è mancata era un buon Café in zona dove poter bere il mio primo chai.

Per informazioni sulla storia della cittĂ , vedi qui.

Vedi qui indirizzo.

Fonte: A.V. Samarkand, the city and the legends, Davr Nashriyoti, Tashkent, 2014

Foto di Eva Zalesakova

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