Uzbekistan

Vestiti tradizionali in Uzbekistan. Khan Atlas, Chapan, Tubeteika

Vestiti tradizionali in Uzbekistan. Khan Atlas, Chapan, Tubeteika

Ogni paese dell’Asia centrale presenta diversi abiti tradizionali, motivati non solo da storiche tradizioni; ma anche dal differente clima e dalla cultura e storia che ogni clan ha portato avanti nel corso dei secoli. Uno degli aspetti che accomunano le varie etnie è quella di indossare, per le donne, vistosi monili che da sempre destano la mia curiosità. I voluminosi, ricamati e spesso sgargianti copricapi sono invece il segno distintivo per la parte maschile.

Gli abiti femminili. Il Khan Atlas, il Paranja, l’Ishton

Chapan
Chapan

In Uzbekistan il clima è sicuramente più caldo; non troveremo dunque pellicce e folti copricapi, ma ampi e comodi abiti. Le donne indossano tradizionalmente una tunica chiamata khan atlas sopra pantaloni dalla vita larga (Ishton). Il tessuto atlas è costituito da strisce verticali in cui viene ripetuto il motivo della piuma del pavone con colori sgargianti che vanno dal turchese al fucsia. Le calzatura nazionale consiste in stivaletti mashi, senza tacco e con suola morbida.

Sotto l’influenza dell’Islam, le donne iniziarono a coprirsi il capo con il velo. Veniva usato uno scialle per il capo e un altro da arrotolare intorno alla fronte (peshona rumol). Dal XIX secolo le donne dovevano indossare un lungo manto bianco che coprisse non solo la testa, ma anche le forme del corpo; chiamato paranja o yashmak. Le donne di ceto elevato lo portavano con ricami dorati ai lati. Il paranja era più diffuso in città, mentre in campagna era indossato da donne benestanti. Con l’arrivo dei sovietici, l’uso del manto è stato demonizzato e solo le donne anziane lo portavano.

Ogni ricamo e motivo hanno ancora significati particolari; ad esempio l’intreccio è visto come un amuleto, mentre la sfumatura rossa è simbolo di benessere. Dall’influenza zoroastriana, i colori blu e viola rappresentano l’orgoglio del marito, mentre il verde era usato da contadini e artigiani. In nessuna regione dell’Uzbekistan si veste con nero o  blu scuro per superstizione.

Orecchini e collane d’argento con pendenti massicci finemente elaborati; anelli con pietre in coppia con orecchini e collane accompagnavano gli abiti tradizionali delle donne in ogni occasione. Oggi è possibile ammirare questi pezzi d’artigianato nei vari musei etnografici locali

Leggenda sul tessuto Atlas

Riporto la leggenda su come è nato il tessuto khan atlas. In passato un vecchio Khan di Margilan voleva sposarsi per la quinta volta. Aveva scelto la bella figlia di un povero tessitore; il quale, desiderando il meglio per sua figlia, aveva pregato il Khan in ginocchio di ritirare l’offerta.

“Crea per me un tessuto straordinario entro domani mattina e lascerò libera tua figlia” rispose alla richiesta il vecchio Khan. Disperato, il padre rimase ore seduto sulla riva del fiume; finché l’acqua si colorò del riflesso di un arcobaleno che splendeva tra le nubi del cielo dopo la pioggia. Ringraziando il cielo per l’idea che lo aveva illuminato, il vecchio tessitore corse a casa per mettersi al lavoro.

Il mattino seguente si presentò davanti al Khan con un nuovo tessuto: leggero come una nuvola, fresco come l’aria della montagna e colorato come un arcobaleno. Il Khan, sorpreso dalla bellezza della creazione del vecchio tessitore, chiese: “Come hai fatto?” Il padre rispose: “Ho preso verdi foglie umide di pioggia, petali di tulipano, l’alba infuocata, il cielo notturno, il riflesso della luce sull’acqua, il colore degli occhi di mia figlia e ho mescolato tutto.” Il tessuto fu chiamato Khan Atlas (seta del Khan) e il vecchio sovrano fece sposare la figlia del tessitore col suo amato figlio.

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Abiti tradizionali maschili. il Kuylak, lo Yakhtak, il Chapan, il Tubeteika

Tubeteika
Tubeteika

Gli uomini uzbeki erano soliti indossare il Kuylak, una maglia di taglio dritto lunga fin sotto il ginocchio, poi accorciata. Nella Regione di Tashkent e nella Valle di Fergana si usava la camicia kaki-kimono yakhtak, il cui colletto era alle volte decorato da un fazzoletto, lo jiyak. Come pantalone, si usava l’Ishton, senza bottoni o aperture, stretto alle caviglie. Il caftano chapan è la tunica classica utilizzata sia da giovani che da vecchi; può essere foderata a seconda delle stagioni. Il collo e le maniche venivano decorate con filo d’oro e ricami floreali per gli appartenenti alle classi sociali più elevate, come alla corte dell’emiro.

Tutti gli uomini dovevano portare un copricapo, il tubeteika o duppi. Di forma rotonda o quadrata, il copricapo presenta decorazioni dai vari significati: il peperoncino di Cayenna dalla Valle di Fergana significa protezione contro il malocchio; un gruppo d’archi porte impenetrabili ai nemici, mentre le mandorle sono simbolo di fertilità.

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