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Avventure nella City Palace a Jaipur, Rajasthan

Avventure nella City Palace a Jaipur, Rajasthan

particolare del Chandra Mahal

La nostra giornata a Jaipur non è finita; decidiamo quindi di percorrere il centro storico inoltrandoci nella City Palace, costruita sempre dal lungimirante Sawai Jai Singh II, tra il 1729 e il1732. Il complesso comprende più edifici eretti in diverse epoche; rimango maggiormente colpita dal Chandra Mahal, il rosso palazzo di pietra arenaria che si sviluppa attorno a una piazza rettangolare su alcuni piani abbelliti da colonnati, bianche decorazioni floreali e giochi di specchi. Solo il primo piano è visitabile; il Palazzo è infatti ancora abitato dai nobili discendenti del Marajhà.

Entrata al Chandra Mahal. Foto di Marco Perolini
Facciata principale del Chandra Mahal. Foto di Marco Perolini

Per entrare nel cortile interno del Chandra Mahal bisogna passare attraverso quattro porte; ognuna delle quali rappresenta una stagione; l’entrata più vistosa è sicuramente quella del Pavone; dedicata all’autunno e al dio Vishnu. Le dipinte piume blu e verdi vengono rappresentate in un intricata geometria che dilata lo spazio circostante; del resto il pavone è l’uccello che simboleggia l’immortalità e ben si adatta all’ambiente circostante.

La Porta del Pavone. Foto di Marco Perolini

Passiamo attraverso il Diwan-I-Khas o Atrio Privato delle Udienze; un magnifico porticato lastricato di mattonelle di marmo rosee e bianche, sormontato da rosei archi colonnati le cui linee sono evidenziate da bianche decorazioni floreali e geometriche.

Musicisti nella Sala privata delle Udienze

Sono qui conservate due enormi anfore d’argento dalla capacità di 4000 litri; la loro storia è interessante: il marajhà Sawai Madho Sing II, un uomo molto religioso, se le portò appresso nel suo viaggio in Inghilterra colme di acqua del Gange. Pensava di commettere peccato bevendo acqua inglese! Se ora vedesse lo stato in cui è ridotto il fiume sacro!

In cerca di riposo

La stanchezza inizia a farsi sentire; non visitiamo i Musei interni che contengono manoscritti antichi, armerie, tessuti pregiati e via dicendo; sfiliamo davanti al bianco Palazzo Mubarack Mahal del XIX secolo e cerchiamo un Parco dove riposarci.

Palazzo Mubarack Mahal. Foto di Marco Perolini

Arriviamo al limite delle mura del centro storico; dove siamo attratte da una musica assordante. Sotto a un portico simile a quello del Diwan-I-Khas, ma decisamente più piccolo, troviamo una trentina di donne sedute a terra, nel loro bellissimi sari, intente a suonare cembali e cantare. Rimaniamo alcuni minuti a guardarle, finché una di loro ci fa cenno di venire, sorridente.

Noi accettiamo e ci sediamo accanto; divertite e incuriosite. Con la mia solita faccia tosta chiedo: “Cosa fate?” “Celebriamo Holi.” “ Ma non è dopodomani?” “Holi dura tre giorni; oggi è il primo. Questa festa è riservata solo a noi donne; siamo qui insieme a cantare per ringraziare gli dei.” “Capisco! Grazie!”

Alcune ragazze ci passano dei piccoli sonagli e noi cerchiamo di imitarle. Ormai siamo stanche e facciamo cenno di andare; ma non possiamo senza che una di esse ci tinge la fronte di color arancio. “Fate buon viaggio!” ci augurano.

Holi e me

Camminiamo ancora un poco all’ombra di alcuni alberi e osserviamo le numerose famiglie di scimmie che scorrono lungo i muri in cerca di cibo. Da bambina sarei di sicuro corsa per cercarle di prenderle; ora mi tengo alla larga notando quante di loro siano spelate e sporche.

Arriviamo a una specie di piccolo parco di divertimenti; dove una minuscola ruota panoramica è attivata meccanicamente dalla forza muscolare di due ragazzi. Arriva una coppia giovanissima e sornione; il sedicenne ben vestito ci chiede: “Volete salire? Vi pago io il biglietto.” “Grazie, un’altra volta” risponde mia madre.

La stanchezza ormai ha preso il sopravvento; ingurgitiamo quindi un dosa masala in una piccola tavola calda e scompariamo nella nostra spoglia camera dell’ostello. Domani ci aspetta il Forte di Amber!

Per informazioni sul Palazzo dei Venti e l’Osservatorio astronomico, clicca qui.

 

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