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Il Forte di Jaisalmer e la Patwon Ki Haveli

All’interno del Forte di Jaisalmer

Attraverso il dedalo di stradine ci perdiamo ancora una volta, costeggiando la bassa cinta muraria color ocra su cui, in alcuni punti nascosti, si può salire. Le curve delle torri sono una corona dorata posta attorno all’antico cuore di Jaisalmer.

Un ragazzo si riposa all’ombra di un sicomoro, mentre le sue pecore pascolano in cima al muro ripulendo dalle erbacce lo stretto passaggio. Le campane dei templi risuonano in lontananza; è raro sentirsi una fibra in comunione con il Tutto come in questo prezioso attimo.

Il Forte di Jaisalmer, patrimonio dell’UNESCO, è uno dei più estesi al mondo, con le sue dimensioni (460 metri di lunghezza x 230 metri circa di larghezza); posto su una collina di 76 metri di altezza, con un doppio sistema murario difensivo, alto 4,6 metri.

Deve la sua costruzione a Rawal Jaisal, da cui prende il nome, regnante del XII secolo. Numerosi sono stati gli interventi successivi, come il rinforzamento da parte del re Jetsi nel XIII con i 56 bastioni eretti a difesa contro gli attacchi ripetuti del sultano di Delhi fino ai 99 bastioni del XVII secolo.

Anche qui arrivano i Moghul, che attaccano più volte il Forte, finché il regnante di turno offrì ad Akbar la mano di sua figlia ottenendo la pace; ma cedendo di fatto il Forte ai Moghul fino al XVII secolo.

La ricchezza di Jaisalmer si deve alla sua posizione, tappa lungo la Via della Seta che consente dunque tratte commerciali dalla Persia e Medio-Oriente fino alla Cina. Con l’avvento degli inglesi e lo sviluppo del commercio marittimo, Jaisalmer perde la sua centralità e inizia a decadere. Tuttavia la sua vicinanza con il Pakistan rende la città ancora un nodo strategico nella geo-politica indiana.

Visita alla Patwon Ki Haveli

Particolare del balcone haveli

All’interno del Forte non ci sono da visitare solo botteghe artigianali e i Templi Giainisti, ma anche le Haveli; antichi palazzi, perlopiù del XIX secolo, fatte costruire da ricchi mercanti e famose per le Haveli, ovvero balconi chiusi con intricati intagli decorativi, tipici del Rajasthan.

Visitiamo la Patwon Ki Haveli, composta da cinque palazzi trasformati in un Museo dove sono conservati antichi manoscritti, dipinti e preziose statue di divinità dall’epoca medioevale al giorno d’oggi.

La bellezza dei Palazzi consiste in questi incredibili balconi che si snodano come uno stretto labirinto su più piani in un gioco di luce, pieni e vuoti. Archi e cupole decorano i sessanta balconi del complesso, dal quale ammiriamo compiaciuti il centro storico, le cupole dei templi e la bassa cinta muraria.

La Kothari Patwa Haveli è il palazzo più antico, fatto costruire a inizio del 1800 dal mercante e gioielliere Guman Patwa, di cui si dice che le ricchezze siano dovute al traffico d’oppio. Le pareti e i soffitti interni sono decorati da mosaici di specchi, affreschi e intricati intagli eseguiti dagli esperti artigiani del tempio.

Ammiriamo il tramonto sul deserto dal punto privilegiato delle mura che dal dorato si tingono di tinte brune, riflettendo gli umori del cielo. Troviamo un ristorante nepalese dove mangiamo i moma, i ravioli tipici del paese, seduti su una terrazza da cui si ammirano le luci della città che illuminano l’oro delle mura, immagine da Mille e una Notte.

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