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Orccha, la maestosa città nascosta del Madhya Pradesh

Nel centro storico

Orccha, la maestosa città nascosta del Madhya Pradesh

L’autista mi lascia davanti al Forte della città, un complesso di palazzi e templi costruiti a partire dall’inizio del  XVI secolo dalla dinastia Rajputs, a capo di questa regione del Madhya Pradesh. Il maestoso Forte sorge all’interno di una isola nel cuore cittadino circondata dai due fiumi Betwa e Jamni.

Entro nel Jahangir Mahal  attraversando un largo ponte e mi ritrovo in un vasto cortile quadrangolare chiuso da alte e spoglie mura che culminano in quattro cupole in stile Rajput e islamico agli angoli e altrettante al centro di ogni lato in perfetta simmetria. Visito l’area e i quattro piani in quasi totale solitudine, accompagnata solo dalle guardie del posto, che mi sorridono mentre mi sporgo dalle eleganti balconate e dalle finestre a sesto acuto da cui ammiro la città.

Viaggiare da sola regala spesso questi momenti di magia in cui si può assaporare la storia, l’incanto, la misticità di un luogo senza essere disturbata da gruppi di visitatori in tour oranizzati. Fu costruito da Bir Singh Deo nel 1605 per ospitare l’imperatore mughal Jahangir, si dice solo per una notte!

Jahangir Mahal
Vista dal Palazzo

Visito il Raja Mahal, ovvero il Palazzo del Re, il cui esterno spoglio contrasta con  la richezza degli affreschi interni dedicati al dio Vishnu, a Rama e altri. Restano tracce di specchi su alcune parti dei soffitti e la posizione e la decorazione in stile mughal delle finestre e dei balconi sembra giocare con la luce come sempre abbondante in questa regione. Costruito da Madhukar Shah tra il 1554 e il 1591, fu abbandonato dai regnanti nel 1783. Tra i due palazzi sorge il palazzo Sheesh Mahal,  costruito come alloggio reale per Udait Singh, ora convertito  in un albergo lussuoso.

Raja Mahal

Ormai stanca delle numerose avventure degli ultimi giorni, mi rilasso su una sedia di plastica accanto al Jahangir Mahal ordinando alla vicina bettola un succo di melograna. Non so come, ma l’aria indiana mi colma, mi lascia un senso di perenne sazietà e vertigine, quasi come fossi misticamente drogata. Mi lascio cullare dai sorrisi dei bambini, dalle urla di rimprovero delle loro madri, dalle occhiate indagatrici di vecchietti coi turbanti; per poi perdermi di nuovo nei caotici, primitivi, sgargianti mercati improvvisati nel centro storico, lontana da cani e mucche randage; fino all’ora in cui deve arrivare l’unico rickshaw serale che mi riporta alla stazione.

Nel centro storico

Conosco qui Sara, una ragazza inglese anche lei in viaggio e di ritorno a New Delhi. “Aspetti anche tu il mezzo?” le chiedo.

“Si” mi risponde sorridente mentre i suoi compagni di viaggio la raggiungono “speriamo che arrivi!”

Confortata dalle comuni notizie, aspetto fiduciosa il rickshaw che arriva, grazie al cielo, puntuale. Oltre a me, Sarah e i suoi due amici, ci accompagnano nel rickshaw di 6 posti altri tre santoni di mezza età vestiti in arancione. Partiamo stretti stretti, senonché a metà del percorso il rickshaw singhiozza e si ferma.

“Oh no!” ci lamentiamo  “Eh ora?” Il giovane autista tira fuori il cellulare, parla veloce con qualcuno al telefono e in men che non si dica appare un altro rickshaw; ma sussiste un piccolo problema: questo rickshaw funzionante conta solo tre posti! Così un inglese finisce a condividere l’unico posto del conducente restando per tutto il tragitto con una chiappa di fuori; mentre ognuno di noi seduti dietro si prende in braccio qualcuno. Finisco così per prendere sulle gambe il magro santone dai lunghi capelli bianchi che non appare troppo contrariato. Io e Sara ci scambiamo sguardi divertiti e senza ulteriori intoppi arriviamo salve e puntuali per il veloce che mi porta a casa giusto per l’ora di cena.

Per come raggiungere Orccha da Kajuraho, clicca qui.

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