INTO THE WILD

Sozopol e Sinemoretz sul Mar Nero

Altopiano verso Lipite

L’estate è in pieno vigore e Tatiana mi propone un altro surviving trip: autostop per raggiungere l’estremo Sud della costa del Mar Nero in Bulgaria. Ci sto, ovviamente. Ci uniamo a un amico che vuole visitare la cittadina di Sozopol con un tour guidato. Per pochissimi leva (la moneta nazionale) prendiamo l’autobus che da Sliven arriva a destinazione e ci viene offerto il pranzo a base di tarator, la zuppa fredda di yogurt e cetrioli, una fettina impannata e patatine fritte. Mi chiedo come sia possibile tutto questo per soli 5 euro. Arriva la risposta: nella sala del ristorante inizia una dimostrazione di articoli casalinghi che dura ben tre ore.

Visita a Sozopol sul Mar Nero

Partiti la mattina, arriviamo a destinazione nell’ormai tardo pomeriggio. La guida lascia a disposizione solo due ore di tempo per visitare la turistica Sozopol, borgo già attivo in epoca greca, quando era chiamato Apollonia dal dio Apollo: questo è uno dei pochissimi punti in cui si vede sul Mar Nero il sole sia nella nascita sia nel tramonto.

Ritrovamenti di utensili da parte di archeologi marini, indicano che il luogo fosse già popolato nel IV millennio a.C., nell’età del bronzo; si dice che i Fenici fondarono qui il primo porto per la naturale protezione che il porto garantiva. Da allora è sempre stato territorio di scambi commerciali con il Mediterraneo fino alla caduta in mano ottomana nel XV secolo.

Il borgo antico è molto suggestivo: dalla costa rocciosa partono piccole stradine con scalinate in ciottoli tra le tipiche case dalla base in pietra e le mura in legno. Lo stretto istmo sembra una collinetta colma di casupole che ospitano graziosi negozietti di artigianato locale, ristoranti a picco sul mare, piccoli alberghi anche a gestione famigliare. Nel centro, affacciato al mare, riposano i resti di un tempio romano dedicato a Venere. Tatiana mi racconta che queste case erano abitate dagli hippy del paese negli anni ’70 finché la logica di mercato prevalse all’inizio degli anni ’90.  Sicuramente è un posto turistico, ma l’atmosfera resta piacevole.

Il borgo di Sozopol
Tempio di Venere

Verso Il Sud

Rimettiamo il nostro amico sul bus e noi partiamo all’avventura: ci posizioniamo sulla strada principale e iniziamo a fare autostop. Siamo fortunate: un signore di mezza età accompagnato dalla moglie ci carica in meno di dieci minuti di prova. Bonario e cordiale ci racconta di come stia andando in una vicina località per un convegno; è un professore universitario e sembra divertirsi nel raccontare le volte in cui da ragazzo faceva anche lui l’autostop.

“Siamo fortunate” si rallegra Tatiana “Il prof va fino quasi alla nostra meta finale!” Scendiamo nel borgo di una località marittima gettonata e subito Tatiana si rimette ad alzare il pollice; questa volta si ferma una macchina carica di ragazzi: “Dove andate?” chiedono. “A Sinemorets” risponde Tatiana. “Salite!” ci invitano.

Un po’ timorosa cedo vedendo come Tatiana sia perfettamente rilassata. I ragazzi, a torso nudo, sono silenziosi, il tizio al volante guida a tutta birra e uno di essi, esalando fumo della sua sigaretta, chiede: “Noi andiamo più in giù; vi va bene se vi lasciamo a inizio del paese?” “Certo, grazie” risponde Tatiana. Io in realtà non capisco nulla o quasi di quel che si dicono; è la mia stessa amica che riassume davanti alle mie continue richieste di traduzione.

La spiaggia segreta di Sinemoretz

La sera sta ormai calando; veloci compriamo pane, salame e formaggio e ci dirigiamo verso il mare. “Forza Erica, non resta molto tempo!” Scendiamo sulla spiaggia; dietro a noi c’è solo la foresta. “Ma dove andiamo?” le chiedo non vedendo niente altro che natura. “Tu non ti preoccupare, fidati di me!” mi invita come suo solito. Inizia a scalare una ripida parete rocciosa che chiude la spiaggia. Io la imito cercando di non far cadere il mio sacco a pelo che trascino a fatica.

In alto si apre un piccolo altopiano erboso chiuso da una foresta verdissima. Ammiro le pareti scoscese sul mare e vorrei fermarmi ad ascoltare il fragore delle onde sugli scogli, ma Tatiana è già avanti, sul sentiero verso la notte. Camminiamo tra la foresta e le rocce per circa dieci minuti e arriviamo a una spiaggia isolata, completamente circondata dalla foresta: bellissima!

“Eccoci arrivate!” esulta trionfante Tatiana “Non è splendida? Si chiama Lipite per in tigli che crescono qui vicino.” “Wow, davvero bella” esclamo ammirando gli alti alberi che sembrano colonne di una mistica cattedrale avvolta nelle tenebre. “Forza, non c’è tempo! Dobbiamo raccogliere la legna per il fuoco!” invita Tatiana. Penetriamo nella cattedrale con gli ultimi raggi obliqui della sera. La mia amica è davvero una maestra nel fare incetta di legna secca e nel preparare un meraviglioso falò che ci terrà a lungo al caldo.

“Questo luogo è protetto” commenta “non sarebbe permesso dormire qui in tenda.” In effetti siamo veramente sole in tutta la lunga spiaggia. “Ma che luogo meraviglioso” commento “andiamo a fare il bagno!” Quanto amo nuotare nelle tenebre: l’acqua è tiepida, le stelle brillano riflesse, il plancton luccica a ogni mio movimento e, come per magia, decine di lucciole sorvolano la battigia; come in una fiaba!

Ci riscaldiamo al fuoco che scoppietta per poi danzarci intorno e raccontare le storie della nostra infanzia, quando d’improvviso sento ululare dalla foresta. “Tatiana ma ci sono i lupi?” chiedo impaurita. “No, sono sciacalli” mi risponde come se fosse la cosa più normale su questa terra. “Ma non attaccano l’uomo?” “Ah ah” ride “dovresti essere morente per essere attaccata!” La risposta non mi rincuora e inizio a buttare più legna sul fuoco e a ululare in risposta, come per mostrare la mia strafottenza quando in realtà celo la mia paura.

I richiami degli sciacalli cessano e il sonno vince su tutto, così mi avvolgo nel mio sacco a pelo. Dormo malissimo: il fuoco si è spento e il gelo della notte mia avvolge, riesco a chiudere occhio solo quando il sole fa capolino e i suoi raggi iniziano a scaldarmi. La mattina seguente scopro che Tatiana ha coperto il fuoco con la sabbia e si è messa a dormirci sopra: “Questo è surviving cara!” commenta. Da lei imparo sempre qualcosa.

Lepite durante il giorno

Suggerimenti di viaggio per Sinemoretz

Resterei tutto il giorno e anche più; i turisti iniziano ad arrivare e cancellano la magia dell’avventura, Tatiana deve tornare al lavoro così mio malgrado mi rassegno al ritorno. “Questa area è tutto parco nazionale,” mi racconta Tatiana “Circa sette chilometri più in giù c’è un’altra spiaggia bellissima, si chiama Silistar.”

Ci vorranno ben sette anni prima che torni su queste splendide spiagge, ma questa è un’altra storia. Sinamoretz resta una delle località migliori per passare una vacanza relativamente economica sul Mar Nero. Numerose sono le famiglie che mettono a disposizione camere in affitto per una decina di euro a persona al giorno (prezzo 2018). Nel centro ci sono ristoranti e negozi di alimentari, mentre non è ben servita dai mezzi pubblici. La bellezza resta nelle spiagge come Veleka, dal nome del fiume che vi sfocia, popolata soprattutto da giovani sia per la profondità immediata delle acque, sia per i numerosi baretti trendy presenti. Oltre a Lipite, resta Silistar che dista una decina di chilometri dal centro, raggiungibile con mezzi di trasporto (non pubblici). Offre una lunga spiaggia dalla sabbia chiara, acque limpide, un rigoglioso bosco retrostante; non tutti gli anni è offerto il servizio di sdraio e ombrellone con bar e ristorante sulla spiaggia. Meglio quindi arrivare preparati!

Silistar beach

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