Uzbekistan

Il complesso architettonico Shah-i-Zindah, Samarcanda, Uzbekistan

Il complesso architettonico Shah-i-Zindah, Samarcanda, Uzbekistan, Asia centrale

Chartak sul secondo livello
Chartak sul secondo livello. Foto di Erica Leoni

Proseguendo sulla destra del Bazar Siab, sulla collina adiacente si estende il complesso architettonico Shah-i-Zindah risalente all’XI secolo ed eretto vicino alle antiche mura di Afrasiab, l’antica città di Samarcanda.

Gli edifici sono stati costruiti in realtà in diverse epoche (si stima durante almeno 900 anni) e oggi sono conservati più di venti edifici che si innalzano lungo una stretta via medioevale dove  veniva praticata l’adorazione delle tombe. Il risultato è frutto della maestria della scuola Maverounnahr, dell’architettura e delle arti applicate non solo di Samarcanda, ma di tutta l’Asia centrale. Gli edifici si sviluppano in tre gruppi: una parte alta, una centrale e una bassa collegate da arcate sormontate da cupole, i chartak.

Della parte costruita tra l’XI e il XII secolo restano solo frammenti di mura, fondamenta e cripte; il resto è stato restaurato con vari interventi a partire dal XIV e XV secolo. Il cuore della necropoli è il mausoleo del profeta Kusam ibn Abbas e gli edifici circostanti (XI-XV secolo) nella parte Nord-orientale del complesso. Il mausoleo, la Moschea, la chillyakhana (la stanza per il digiuno durante il ramadan) sono state costruite in epoche diverse.

Dall’entrata fino al gruppo centrale

Panorama su Mausoleo di Shadi Mulk-aka e secondo livello
Panorama su Mausoleo di Shadi Mulk-aka e secondo livello

La facciata d’ingresso è stata completata nel 1435 da parte del figlio di Ulugbek, Adul Aziz, a completamento dell’intero complesso. I mosaici in stile kashin presentano iscrizioni sul fondatore della costruzione. La guida incita a contare gli scalini.

Salendo la stretta via si arriva nel gruppo centrale dove si ergono i mausolei eretti dall’ultimo quarto del XIV secolo alla prima metà del XV secolo. Gli edifici sono in memoria dei famigliari di Tamerlano e dell’aristocrazia militare e clericale. Giaceva già qui la sacra tomba del santo Kusam ibn Abbas, Tamerlano non ha fatto altro che costrire luoghi di riposo per la sua cerchia stretta. Nella parte occidentale, il Mausoleo di Shadi Mulk-aka, nipote di Tamerlano, si distingue per la sua facciata con maioliche e terracotte scolpite. I pannelli decorativi con un arco figurato e le iscrizioni sono completati da strisce di motivi floreali. Sopra la cripta, l’ornamento interno delle pareti e della cupola è ricco e intricato. Di fronte si erge il Mausoleo della sorella di Tamerlano, Shirin Bika-Aka; il cui portale con mosaici intagliati varia tra il profondo blu e il turchese. Accanto si trova il Mausoleo “Ottagonale”, per la forma della cripta, unico esempio architettonico del XV secolo.

I mausolei più antichi e consigli di viaggio

Particolare della facciata dei mausolei più antichi.
Particolare della facciata dei mausolei più antichi. Foto di Erica Leoni

Continuando la salita, i mausolei si affacciano uno contro l’altro fino al gruppo finale di tre sul fondo della strada. L’ultimo frontale che chiude il passaggio, costruito intorno al 1340, è il Mausoleo Khodja-Akhmad. Quello sulla destra risale al 1461. Nella parte occidentale rimane un altro complesso fatto costruire dalla moglie di Tamerlano, Tuman-aka, all’inizio del XV secolo. L’edificio consiste in un mausoleo, in una moschea e in una hujra, stanze finemente dipinte con i classici motivi artistici islamici.

Le pietre tombali di Kusam ibn Abbas in ceramica, applicate nell’epoca di Tamerlano (XV secolo), sono il punto di forza del complesso; sullo sfondo turchese che riflette la luce e il portale antistante, si sviluppano complicate geometrie decorative e motivi floreali, miste a citazioni del Corano. Gli interni, per la maggior parte visitabili, sono decorati con fine decorazioni tra il bianco madreperla e il turchese delle maioliche, dalla base alla cupola.

Ho visitato il sito di sera, assistendo al variare delle luci del tramonto, fino alle tenebre. Il riflesso dell’aria e dei raggi sulle basse cupole, sui marmi turchesi e sulle maioliche geometriche era una mistica sinfonia di variazioni di colore. Il sito era deserto, così abbiamo assistito alla fine della giornata in un silenzio irreale, incrementato dalla quiete del vicino cimitero mussulmano. Se ne avete l’occasioni, vi consiglio di recarvi verso le 16.30 e restare con calma sospesi in questo antico angolo di riposo eterno.

Uscendo ricontate i gradini: sono gli stessi che avete numerato all’inizio? Si dice che l’aria di Shah-i-Zindah sia magica…

Leggende su Shah-i-Zindah

Cupole a Samarcanda
Cupole a Samarcanda

Chi era Kusam ibn Abbas? Niente di meno che un cugino del profeta Maometto giunto a Samarcanda nel 676 per diffondere l’islamismo con battaglie sanguinose. Dalle montagne Penjikent un gruppo di locali attacca Samarcanda e uccide i mussulmani, incluso Kusam ibn Abbas. La leggenda vuole che il santo, decapitato, si alzi come nulla fosse, raccolga la sua testa e scenda nel pozzo Shaaban durante l’attacco per vivere sottoterra e che ancora oggi sia lì, vivo e vegeto. Per questo il sito prende il nome di Shah-i-Zindah: il Re vivente.

Durante il suo attacco, Gengis Khan, impressionato dal sito, chiede a due dei suoi uomini di scendere nel pozzo. I due malcapitati ritornano su accecati. Gli uzbeki credono che il Re vivente sia ancora là sotto in attesa di ricominciare la guerra santa e i pellegrinaggi qui, un tempo vietati, sono numerosi.

Indirizzo del sito archeologico.

Per ulteriori informazioni su cosa visitare a Samarcanda, come il Bazar di Siab, clicca qui.

Fonte: A.V. Samarkand, the city and the legends, Davr Nashriyoti, Tashkent, 2014.

Tiziano Terzani, Buona notte signor Lenin, TEA, 1992, pp. 228-230

Foto di Eva Zalesakova

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