Uzbekistan

In viaggio per Bukhara: indicazioni e accenni storici. Uzbekistan

In viaggio per Bukhara: indicazioni e accenni storici. Uzbekistan. 

Panorama sul Minareto e Moschea Kalyan
Panorama sul Minareto e Moschea Kalyan

Il nostro albergatore a Samarcanda, scocciato di dover preparare la colazione alle 7.00, insisteva nello spiegarci che era inutile andar così presto a prendere l’autobus. “Parte quando sarà pieno!” ci spiegava rigido. Io, che non avevo apprezzato il suo riprenderci per essere tornate in albergo alle 23.00, non gli ho dato retta. Mi ricordava troppo un amico dei miei genitori, che quando ero ragazzina, assumeva atteggiamenti paternalistici su come funzionava il mondo e su come dovevo comportarmi da “ragazza educata”. Dello stesso avviso era l’albergatore cinquantenne, che fissandomi mi chiedeva: “Ma è già stata qui? Mi pare di conoscerla..” In una vita precedente, forse.

In conclusione arriviamo intorno alle 8.00 nel punto indicatoci, appena fuori città, e ci sistemiamo nel bus senza aria condizionata, mezzo vuoto. Aspettiamo 30 minuti e iniziamo a chiedere quando saremmo partite. Nessuno ci risponde con esattezza. In compagnia di un russo, dopo un’altra ora di attesa, chiediamo quanto costa un taxi condiviso. Il russo scuote la testa, è un viaggiatore solitario con lo zaino in spalla; attento alle sue finanze che lo devono ancora condurre lontano. Sconsolate, ci risiediamo sul bus e aspettiamo sconfitte il nostro destino. Ogni persona che sale è un’aggiunta al mio personale conto alla rovescia: due ore e mezza per riempire ogni sedile del vecchio bus; partiamo!

Il viaggio tra Samarcanda e Bukhara

Sul secondo autobus
Sul secondo autobus

Come mi era già capitato in India, a ogni fermata salgono nuovi passeggeri che si sistemano aprendo dei sedili richiudibili tra le due fila delle poltrone fisse, finché anche quelli sono completamente utilizzati. Sedute in fondo ammiriamo l’andirivieni degi uzbeki: donne elegante cariche di sacchetti che ritornano a casa dopo le compere, giovani che si siedono uno sull’altro per far posto ad anziani ancora vispi e con il capo rigorosamente ricoperto dal cappello tradizionale, il duppi. Viaggiando in autobus si ha sempre il privilegio di mescolarsi ai locali e di osservarne i semplici atti della vita quotidiana.

Dopo un paio di ore di viaggio, nelle brulle campagne uzbeke tinte qua e là da piccoli boschi di latifoglie e da piatti villaggi brulicanti di mercati e gente indaffarata, l’autobus si ferma e ci viene comunicato che dobbiamo prenderne un altro per giungere a destinazione. Saliamo così su un piccolo bus di linea, che sembra uscito dalla città e riusciamo a sederci, visto che la maggior parte dei passeggeri era già arrivata a destinazione. Il nuovo veicolo viene colmato di bagagli e cartoni e in breve tempo ripartiamo. Ancora un’ora di viaggio per arrivare infine a Bukhara, appena dopo pranzo.

Si arriva alla stazione centrale degli autobus, appena fuori le mura storiche della città. Da qui è possibie prendere un taxi per l’albergo scelto; noi alloggiamo in centro, in un bellissimo hotel che riprende lo stile architettonico dell’antico borgo, proprio vicino alla Madras Nadir Divan-Begi. Pagando la stanza in som, mi ritrovo costretta a discutere sul cambio all’accoglienza, dove una sorridente ragazza cercava di farmi pagare di più…

Accenni storici

Le origini di Bukhara risalgono al V secolo a.C. e, secondo la mitologia, lo stesso principe iraniano Siyavash, eroe del poema epico Shanameh, ha fondato e decorato il sito con magnifici palazzi e giardini. Nella regione storica di Sogd, il centro della cittadina era l’Arco, dove ancora oggi è possibile visitare il palazzo del regnante. Intorno  si estendeva la cittadina, chiamata Sharistan e il Rabads, dove venivano effettuati gli scambi commerciali e gli artigiani lavoravano ai loro manufatti. Il nome della città deriva da Bikhara, che significa “convento”.

I persiani, Dario e Ciro sono stati in questa regione portando lo zoroastrismo nel VI secolo a.C.; mentre non è ancora chiaro se Alessandro Magno sia passato da qui. Sono state recentemente ritrovate delle spade greche su una collina chiamata Kisil Kir, a 40 km di distanza dal centro.

Dal II al III secolo d.C. la città era parte del regno di Kangju, che comprendeva l’Afganistan, l’Iran e tutta l’Asia centrale. Fuori Kabul sono stati ritrovati gioielli risalenti a questo periodo fabbricati da artigiani di Bukhara. Nel V secolo d.C. era affiliata al regno degli Eftaliti; mentre nel VI e VII secolo al khaghanato turco occidentale.

L’epoca moderna

In quest’ultimo secolo l’islamismo si diffonde nel regno, fino a essere considerato nel IX secolo “la cupola dell’Islam”, perché suo importante centro culturale e religioso. Avicenna nasce 30 m lontano da qui, nel villaggio di Afshana, in una casa ricostruita per farne un museo. Da questo periodo inizia la costruzione di Moschee, Madras e minareti. Il muro che ancora oggi racchiude il centro storico risale al XVI secolo e conteneva più di 200 madras e numerosi bazar.

Artigiano all'opera
Artigiano all’opera

Come Samarcanda, anche Bukhara viene espugnata da Gengis Khan nel 1220 e, in seguito, cade sotto l’influenza di Tamerlano nel 1370. Tra il 1261 e il 1264, qui ha soggiornato Marco Polo; a testimonianza di come la fiorente città fosse sulla rotta della Via della Seta.

L’aspetto odierno risale alle dinastie dei Samanidi e Astaranidi (tra il XVI e XVII secolo); i primi conquistano la regione Transoxania all’inizio del 1500 e danno il via al Khaghanato di Bukhara, regione-stato che include anche Samarcanda. Nel 1860 la regione viene conquistata dai russi, che mantengono il khaghanato fino alla rivoluzione di ottobre.

Bukhara viene così a far parte dell’odierno Uzbekistan, oggi stato autonomo tra i paesi del CSI. Nel 1991, il centro storico entra nei siti protetti dell’UNESCO.

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Foto di Eva Zalesakova

Fonti: A.V.,  Bukhara, the city and the legends, Davr Nashriyoti, Tashkent, 2014;

Tiziano Terzani, Buona notte , Signor Lenin, TEA, 1992, pp. 284-286.   

https://www.britannica.com/place/Uzbek-khanate#ref117855

 

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