Kazakhstan

Capodanno verso il Turkistan, Kazakhstan

Capodanno verso il Turkistan, Kazakhstan

Parlando del mio viaggio per Bishkek, vi avevo scritto di come eravamo stati bloccati sul confine per problemi di visto. Eravamo tornati ad Almaty con la coda tra le gambe, pensando di passare le giornate di festa nel nostro grigio dormitorio universitario.

“Non è possibile” pensavo “ Dobbiamo riuscire a trovare un posto dove andare qui in Kazakhstan.” “Astana?” mi propone Mitko. “No, non ho voglia di passare 18 ore in treno.” Chiamo così il mio amico archeologo Renato, un anarchico buddista che vive ad Almaty da 20 anni e gli chiedo un consiglio. “Vai in Turkistan!” mi suggerisce. “Ma non posso uscire dal paese!” “Ma che capisci! Il Turkistan è la più bella città del Kazakhstan. Prendi il treno e vai!”

Treni e tresche

Spiritati dal Capodanno
Spiritati dal Capodanno

Mi metto così a cercare treni per la destinazione e trovo posti liberi solo per la notte del 31 dicembre. “Cosa facciamo?” chiedo a Mitko. “Andiamo!” Non so per quale ragione decido di non prenotare alcun biglietto, ma di comprarli direttamente in cassa il giorno stesso (non fatelo mai!). Arriviamo in stazione ad Almaty in largo anticipo e ci troviamo un ferroviere al portone d’ingresso che urla “Shimkent! Shimkent!” Noi li passiamo davanti con le valigie in groppa e questo ci ferma: “Dove andate?” Candidamente Mitko gli risponde: “Shimkent!” Questo afferra la sua valigia ed esclama: “Andiamo!”

Io cerco di fermarlo con il mio scarso russo: “Aspetti! Dobbiamo fare i biglietti!” Ma il tizio, un kazako in carne sulla cinquantina fa orecchie da mercante e ci porta direttamente sul vagone. “Qui ci sono io” spiega a Mitko il cui russo funziona decisamente meglio del mio “non avete bisogno del biglietto, ecco vi do due posti in prima classe e pagate direttamente a me. 4000 tenge a testa.” Lascia le valige sugli spalti e sistema i nostri materassi sui lettini del secondo piano. “Ecco, così state comodi e non vi preoccupate, non faccio entrare altra gente qui” continua con un sorriso compiacente cercando di temprare il mio evidente imbarazzo. Mitko mi fa l’occhiolino e paga il simpatico conducente corrotto che ringrazia e conclude con un tono di sfida: “Ecco vi chiudo e non fate entrare nessuno!”

In viaggio verso Shimkent

Corridoio del semi Orient Express
Corridoio del semi Orient Express

Ormai a gioco fatto capisco qual è l’inghippo e Mitko, più avvezzo di me al vecchio sistema comunista mi tranquillizza: “Dai, è andata così, ma tanto qui c’è solo lui che controlla i biglietti e poi guarda in che bella carrozza siamo!” Ancora presa dal teatro appena terminato, mi guardo attorno e mi sembra d’essere sull’Orient Express: le cuccette sono di pelle scura, lucide e linde, le pareti di finto legno con venature profonde e le finestre pulite sono decorate da doppie tende ricamate da motivi kazaki. Nel corridoio, la carrozza è fornita di un bollitore d’acqua per il thé, che ogni tanto emette uno sbuffo di vapore; mentre le pareti laterali sono guarnite di fregi lignei in stile nazionale.

Il viaggio inizia e noi ci chiudiamo nel nostro scompartimento a chiave; tiriamo fuori una bottiglia di vino e una di tequila, conservata con cura dal mio ultimo viaggio aereo dall’Italia e iniziamo a festeggiare Capodanno con pasticci di carne fredda e shottini, accompagnata dalla chitarra di Mitko. Incontriamo il 2015 così, piacevolmente alticci, nelle lande buie, desolate e colme di neve, a bordo del lento e dall’antica aria del semi-Oriente Express.

Poco dopo la mezzanotte, usciamo con la nostra bottiglia di Champansko russo e cerchiamo il nostro conducente per brindare con lui. Lo troviamo nel suo scompartimento, che blatera coi colleghi quasi al buio. Mitko gli porge un bicchiere, ma il nostro amico lo rifiuta ringraziando: “Sono mussulmano, non posso.” Il nostro intento di festeggiare con gli altri presenti finisci qui, ma la nostra festa privata continua.

Da Shimkent al Turkistan

Arriviamo a Shimkent la mattina seguente e cerchiamo subito un mezzo per arrivare in Turkistan, sapendo di avere solo due giorni di tempo per prendere il treno di ritorno e tornare a lavoro. Decidiamo di continuare in treno, che parte poco dopo. I nostri posti sono al terzo livello di una cuccetta di seconda classe. Preferiamo restare in corridoio, seduti sulle sedie apribili del vagone, piuttosto che arrampicarci fin lassù. Mitko fa amicizia con un russo ancora ubriaco della sera precedente; mentre io, di luna piuttosto storta, preferisco restare sul mio scomodo “triclinio”. Fatto sta che la tequila restante mi viene confiscata dal mio compagno eccitato dalla nuova conoscenza.

La nuvola nera attorno alla mia testa si allarga… finché Mitko se ne ritorna con un bicchiere di chacha georgiana fatta in casa. Mi riappacifico con gli spiriti osservando le steppe brulle fuori dal finestrino.  E per magia, dai cespugli che colorano l’ocra della polvere senza, per mia sorpresa, neve alcuna, appaiono maestosi cammelli che brulicano le poche chiazze verdi presenti. Il treno scorre troppo in fretta per ammirare con calma le navi del deserto; ma abbastanza per inoltrare la mia anima in quel che finalmente sento l’essenza della terra kazaka. Dopo quattro ore di viaggio arriviamo nella città sacra del paese: il Turkistan. Di cui scriverò nella prossima puntata.

Consigli di viaggio. Da Almaty al Turkistan

Il punto di snodo è la città di Shimkent da cui arrivano bus e treni. Con il treno occorrono circa 12 ore e il prezzo parte da 1200 tenge ( seconda classe) da 4200 tenge. Dalla stazione degli autobus di Sairan, partono bus che impiegano circa 13 ore per raggiungere il posto; il costo di un biglietto è di 1300 tenge.

Una volti giunti a Shimkent, partono treni sporadici per il Turkistan e il costo parte da 750 tenge. Io consiglio l’autobus, che impiega 3 ore di tempo ed è più frequente (uno ogni due ore circa). Se non volete aspettare, potete anche prendere un taxi; il costo per persona parte da 2000 tenge.

Ecco il sito dei treni per il Kazakhstan.

2 pensieri riguardo “Capodanno verso il Turkistan, Kazakhstan

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