Kazakhstan

Kokpar a Tamgaly Tas Festival: il polo più estremo mai giocato.

Kokpar a Tamgaly Tas Festival: il polo più estremo mai giocato.

 

Ily river dall'alto
Ily river dall’alto

Per la festa del 1 maggio, tutti gli anni si organizza lungo il fiume Ily a Tamgali Tas un festival dove i giovani di Almaty si recano in massa colorando la steppa di tende e jeep. Sebbene l’obiettivo della maggior parte sembra quello di scoppiare di shashlik o di bere così tanto da cadere ubriachi, gli organizzatori del festival si preoccupano di offrire numerose attrazioni ai visitatori. Nella valle che si allunga accanto al placido e non proprio limpido fiume viene montato un palco dove si esibiscono diversi gruppi del posto; con musica che va dal rock-folk alla tecno. Accanto ci sono stand di cucina tra i quali trovo con piacere quella vegana e alcuni bottegai che portano in mostra i propri manufatti tra il tradizionale e il New Age.

Sulle ripidi pareti rocciose dei bassi rilievi del posto, si svolgono gare di climbing sia per adulti sia per ragazzi di età scolastica. Poco più in là è possibile visitare un sito storico, dove su lisci massi di pietra sono state scalfite grandi immagini di Budda seduto sul fiore di loto risalenti al XVIII secolo, ancora in buone condizioni nonostante atti di vandalismo subiti.

Il gioco del Kokpar

Cavallerizzi in azione
Cavallerizzi in azione

Tra musica, sport e per tanti alcune birre di troppo, viene annunciato con mia sorpresa il gioco del kokpar . Eccitata di poter assistere a uno dei passatempi dei nomadi delle steppe più antico, non così facile da trovare per una come me senza macchina e che vive in centro città, mi siedo nell’area destinata al gioco in attesa con il mio compagno e un amico.

Arrivano una decina di cavalli montati da kazaki vestiti con abiti da lavoro sgualciti; i loro visi inscuriti dal lavoro nei campi sono segnati dal tempo in maniera precoce. Uno di loro porta l’oggetto più importante : un montone scuoiato e decapitato da poco. Le regole del kokpar sono semplici, i giocatori devono assicurarsi più punti buttando in un cerchio disegnato con gesso a terra la carcassa dell’animale. Sembrerebbe semplice, se non che gli avversari cercano di strapparti con ogni mezzo la preda.

Il muro
Il muro

Il gioco ha inizio, il montone viene lanciata e un giovane cavallerizzo l’afferra, subito incalzato dagli altri. La povera bestia viene presa per ogni arto e divaricata, mentre i cavalli imbizzarriti si frappongono con il temporaneo portatore del vessillo, cercando di non scontrarsi. Con gesti irosi il giovane riesce a portare il suo cavallo al cerchio assicurandosi il primo punto.

La contesa
La contesa

La contesa dell’ovino martoriato continua per un’altra mezzora: tra sbuffi di cavalli impennati, sudore dei giocatori invasati dal possesso e io, che ogni tanto devo spostarmi dal mio luogo di osservazione per non essere travolta dalle bestie incuranti dei presenti. Succede quel che temevo: un cavallo ruzzola a terra in un nugolo di polvere. Il gioco si ferma? Neanche per scherzo, il giovane kazako si rialza un po’ intontito e rimonta subito al galoppo. Altro che cow-boy, i cavalieri della steppa sono di un impavido che sfiora l’incoscienza.

La caduta
La caduta

Origine del Kokpar

Il kokpar si trova in tutta la regione con diversi nomi: in kirghiso è Ulak Tyrtysh, in uzbeko è kok boru. Si dice che il gioco sia nato da alcuni cacciatori che, uccidendo un lupo, avevano iniziato a giocare con il corpo della preda. In seguito al posto del lupo si è iniziato a utilizzare quello di una pecora, sostituito con il montone perché più leggero. L’obiettivo del kokpar non era solo il brivido del gioco, ma anticamente chi riusciva a mettere il corpo dell’ovino nel cerchio aveva il diritto di portare la carne a casa, sfamando il proprio cerchio famigliare.

Se visitate l’Asia centrale, suggerisco la visione di questa antica tradizione solo a persone che non soffrono di cuore… Sempre che non si svolga in aree con recinti o spalti!

Per informazioni su dove trovare Tamgali Tas, clicca qui.

Per informazioni su i petroglifi di Tamgaly, clicca qui.

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